sábado, 11 de agosto de 2012

Obstinada -traducido al italiano por Rosetta Savelli-


Inventivas



TESTARDA

di MARINA CENTENO / TRADUZIONE in LINGUA ITALIANA di ROSETTA SAVELLI

Si deve sapere che il testardo è un essere incompleto portato a casa come un quadro Malinconico che in ogni momento deve risparmiare e trattenere e che per questo motivo non è dispersione, tutto vento e giochi "togli" e "metti".
Alle tre si serve il pranzo, in questa casa e si lascia che il discorso si chiuda in se stesso e si inizia a preparare la chiave per i colori del giorno. Il cucchiaio non conosce dilemmi di prosa e il riso fritto in padella non ha bisogno di accompagnarsi ai libri o di vestirsi anche nei capelli e allora ci si lecca le labbra sul sale mentre sta bruciando una sostanza dolce, pur tuttavia si usa ugualmente il verbo d'azione "stato" che è così appassito, che il cognome nel vostro vaso tra verdognoli vie ostinate diventa rovina e si rompe peR rimanere così in ogni pagina.
Trova un uomo che con un silenzio come una goccia di corallo, e con la pancia come un uccello, apra le porte del tuo seno e di volta in volta, disegni un albero nel tuo cuore, fino ad arrivare a sentire il prurito delle radici e le radici stesse che sono attaccate alla terra flaccida dei bruschi.
Basta vedere in certi pomeriggi la luce negli angoli che filtra attraverso le spalle delicatamente, ma con l'ostinazione degli stolti e compiaciuta della sua parte incompleta, dove si raccolgono le lacrime di redenzione.
Aspettate poi che scenda il tramonto.
Guardando attraverso i capelli mentre coprono il volto come se fossero una scopa e girandosi di nuovo con collo all' in giù, sembra che io sia più anziana e gli adulti hanno paura della parte posteriore degli occhi, perché rispecchia la morte come la tigre che salta verso il perdono.





Obstinada




Deberías saber que el obstinado es un ser incompleto que lleva su casa como un armazón La melancolía le sobra a cada instante por esa razón no todo es cuestión de viento y juegos de “quita” y “pon”
A las tres se sirve la mesa en esta casa y deja la palabrería cuando te encierras en ti misma y le pones llave a los colores del día
La cuchara no sabe de dilemas de prosa y el arroz se fríe en la sartén No es necesario traer los libros por dentro Arréglate el pelo y pasa la lengua sobre los labios que la sal quema la sustancia dulce sino le das acción a tus verbos Hace tanto que se marchitó el último nombre en tu jarrón que entre lo verdusco de tus modos obstinados hacen la perdición y las pausas que mantienes en cada página Busca a un hombre que tenga un arrecife de silencios por donde caiga tu vientre como un pájaro y abra las puertas de tus senos De vez en cuando traza en tu pecho un árbol para que sienta las raíces y la comezón del arraigo que sostienes en lo flácido y lo abrupto
Basta verte las tardes en los rincones donde la luz traspasa suavemente tus hombros con la obstinación de los necios y engreídos en su parte incompleta donde llevan lágrimas de redención
Deja de iniciar el ocaso
Busca el provecho de la escoba y revuélvete el pelo nuevamente con el escote hacia abajo No me mires de ese modo soy mayor y la gente adulta tiene miedo del fondo de los ojos porque en ellos se espeja la muerte como tigre que salta hacia el perdón


Marina Centeno
Yucatán México