(... Ho messo il disco per non dimenticare il Jazz)
Non ha un colore la data del giorno in cui ti scrivo
ma mi ricordo il vestito
che portava addosso il padre di mio fratello
quel giorno che abbiamo deciso di partire per la spiaggia.
Dovresti vedere quanto è dolce il traffico
che procede lento
tra la polvere e il cocco giallo,
quando le mosche entrano
per l'odore di sangue dei vitelli.
Io non sono disposta a continuare,
ma ho un vantaggio a mia disposizione
e un argomento che può soddisfare l'orecchio.
Quando ti tenevo nelle mie mani,
tu dicesti:
" Farò un miscuglio di saliva,
dal tuo petto fino al centro del tuo mare."
Ma i giorni passano
fra le luci lampeggianti
mentre la parete rimane piena di sospiri.
Il caffè ha un sapore migliore nella solitudine
e le parole si trovano sul bordo della tazza
fumanti nelle ombre,
con il sole delle sei a danno dei fiori
che lentamente appassiscono senza acqua.
Non sono necessari il vento e la luce
in questo vortice di silenzio,,
perché io mi sento le tue dita
mentre penetrano la mia oscurità.
Di per sé sono tragica e simpatica.
Si deve conoscere l'aspetto del tempo
che getta il mio corpo in un abisso
di onde, di schiuma e di vapore.
Un giorno si vede cancellare la propria fugura
lungo la strada
poi
le cose riprendono il loro destino
che è quello di unire in un unico destino,
molti esseri,
ogni volta che ti scrivo e che ti dico:
" Non so dove sono, se non tu non sei e non sai."
Di Marina Centeno / Yucatan Messico
Traduzione in Lingua Italiana di Rosetta Savelli
(…he puesto el disco de Jazz y no te olvido)
La fecha incolora en que te escribo
me recuerda el traje que utilizó el padre de mi hermano
el día que todos decidimos marcharnos hacia la playa
Deberías ver lo dulce que es el tránsito lento
entre el polvo y los cocales a punto de amarillo
cuando los moscos penetran
con el olor a sangre entre las pantorrillas
No estoy dispuesta a continuar
pero tengo una arista disponible
y un argumento para satisfacer al oído
Cuando te tenga entre mis manos –dijiste-
haré un brebaje de saliva
desde tu pecho faro hasta el centro de tu mar
Pero pasan los días
y los focos parpadean
cuando la pared se llena de suspiros
El café sabe mejor en soledad
y las palabras se quedan al borde de la taza
humeando en la penumbra
con el sol de las seis a cuesta de las flores
que marchitan poco a poco sin agua
No es necesario el viento y la luz
en este torbellino de silencio
porque siento tus dedos penetrar mi oscuridad
De por sí soy trágica y benévola
Deberías conocer la faceta de intemperie
que coloca mi cuerpo en un abismo
y nacen olas de espuma a vapor
Llegará el día en que vea por el camino
tu figura despejada
entonces
retomarán las cosas su fatalidad
al fundirnos en uno siendo muchos
cada vez que te escribo y te digo
que no soy la que soy si tú no estás
Marina Centeno
Yucatán México